Preloader
Seguire l'Aquila

Banchetti come fatti culturali: non solo pietanze

“Piatto in protomaiolica tarda con soldato” (Lucera, Museo Civico)

I banchetti reali erano allegri e opulenti, un misto di goliardia e seriosità ufficiale; mangiare in compagnia era un fatto anche culturale e le tavole erano imbandite in maniera accurata, con tovaglie, un bicchiere ogni due persone, poche stoviglie, principalmente atte ai brodetti che si bevevano direttamente dalla ciottola, e grandi piatti da portata. Le porzioni di carni o pesce, infatti, erano tagliate dal servo trinciante e servite dallo scalco su grosse fette di pane. Le pietanze si consumavano con le mani, ma possibilmente con le sole punte delle dita, secondo l’etichetta.

Anche Federico II esibisce una conoscenza di prima mano dei procedimenti culinari e inventa piatti nuovi a cui non disdegna di collegare il suo nome. L’Imperatore non è né un goloso né un vorace, forse per inclinazione naturale, ma anche per l’intrecciarsi di motivi culturali di diversa provenienza che lo spingevano alla morigeratezza. La moderazione nel cibo e nel bere è così anche esplicitamente menzionata tra le qualità fisiche e psichiche richieste al falconiere nel De arte venandi cum avibus.

A questo proposito, si segnala lo studio di Anna Martellotti I Ricettari di Federico II (ISBN 978 88 222 5442 9) che ha evidenziato come il Il libro de Arte Coquinaria di Maestro Martino, sia una rielaborazione quattrocentesca di un abbozzo anonimo attribuibile a Federico II. L’Imperatore aveva raccolto le sue ricette in una sorta di libretto di appunti, con molti segreti acquisiti nelle cucine cosiddette esotiche che frequentava nei suoi giri per corti.

Ultimi Post
L’Aquila imperiale: il simbolo del potere universale

L’Aquila imperiale: il simbolo del potere universale

L’Aquila imperiale: il simbolo del potere universale